guido@ibogeo.df.unibo.it
Ho installato Linux su molti PC e ho notato che le distribuzioni attuali sono ottime ma, purtroppo, mancano di alcune configurazioni di base. Molti programmi funzionano subito, ma altri no. Inoltre, ho notato che le solite domande continuano a essere poste su c.o.l.setup.
Per cercare di porre rimedio a questa situazione e per avere un memorandum per le nuove installazioni, mi sono scritto un elenco di cose da fare che ho poi espanso fino a trasformarlo in questo HOWTO. Qui troverete alcuni esempi di configurazioni per i programmi più comuni, il che dovrebbe farvi risparmiare un bel po' di tempo e lavoro.
Alcuni degli esempi di configurazione in questo HOWTO dipendono in qualche modo dalla distribuzione. Ho accesso solo a macchine Red Hat 5.2, con kernel 2.0.36, quindi non prendete per oro colato i miei suggerimenti se avete altre distribuzioni. Non dovrebbe comunque essere difficile adattare i miei suggerimenti ad altri distributori.
Questo HOWTO non è in grado, né ha lo scopo di sostituire gli altri. La lettura della documentazione e degli HOWTO ripaga sempre, quindi siete comunque invitati a farlo. Se vi rendete conto che qualcosa non è chiaro, fate riferimento all'HOWTO corrispondente. Permettetemi di ricordarvi che il luogo giusto per cercare aiuto relativo alla configurazione di Linux è Usenet, per esempio news:comp.os.linux.setup. Vi prego, di non chiedere direttamente il mio aiuto perché sono molto impegnato.
È possibile reperire questo documento, incluse alcune traduzioni, all'indirizzo http://metalab.unc.edu/mdw/HOWTO. Qui si possono trovare anche tutti i riferimenti agli altri HOWTO. La versione più aggiornata è disponibile all'indirizzo http://ibogeo.df.unibo.it/guido/Configuration.
Le configurazioni hardware di un PC sono infinite, ma una è molto comune: un PC con un disco fisso suddiviso in tre partizioni (una per DOS/Windows, una per Linux e una partizione di swap), scheda audio, modem, drive CD--ROM, stampante, mouse. Il drive Zip in versione per la porta parallela è inoltre assai diffuso. Questa macchina è possibilmente parte di una rete mista basata su Windows e Linux dove ha la funzione di server.
Presumerò che questo è l'hardware che volete configurare, ma è semplice adattare i consigli e gli esempi che vi darò per altre configurazioni. È implicito che dovrete essere root per modificare/configurare/manipolare il sistema.
E ora, rimbocchiamoci le maniche.
Anche prima dell'avvio del sistema, dovreste decidere il livello di sicurezza che desiderate implementare. Innanzitutto, non connettete la macchina alla rete se non avete ancora deciso cosa fare.
La sicurezza è un argomento così ampio che va oltre l'abito di questo HOWTO. Due buoni punti di partenza sono la Linux Security Administrator's Guide all'indirizzo http://www.seifried.org/lasg e la Linux Security Guide all'indirizzo http://nic.com/~dave/Security. Dovreste almeno tenere in considerazione le seguenti fasi: l'utilizzo delle password di protezione (Shadow Password HOWTO), che limitano l'accesso alla macchina (vedere la sezione Limitazione dell'accesso di rete), mediante la shell di sicurezza ( http://www.cs.hut.fi/ssh/) o la password di sicurezza remota ( http://srp.stanford.edu/srp/). Buona fortuna.
Per ottenere un'installazione corretta, è essenziale che sappiate esattamente quello che accade alla vostra macchina, quali pacchetti sono stati installati, quali sono stati rimossi o modificati e così via. Quindi, la prima cosa da fare prima di manipolare il computer è quella di iniziare un ``logbook''. In questo file è possibile prendere nota di tutti gli spostamenti fatti come root. Nel mio logbook c'è una sezione in cui elenco tutti i file di sistema modificati, .rpms aggiuntivi e i .tar.gz che ho installato. Tenendo la traccia delle varie operazioni, dovreste essere in grado di ottenere di nuovo un'installazione originale.
Fate una copia di backup dei file di sistema che modificate. Ancora meglio, utilizzate RCS. Sarete in grado di tenere traccia di tutte le modifiche. Non lavorate mai come root senza registrare ogni mossa.
Se vi siete persi questo passaggio durante l'installazione o avete cambiato tastiera, dovrete:
it.map
seleziona la
tastiera italiana;
/sbin/kbdrate -s -r 16 -d 500 # o come preferite
Per caricare la nuova mappa di tastiera, date il comando /etc/rc.d/init.d/keytable start. Per quanto riguarda altre impostazioni relative ai tasti speciali, troverete istruzioni più avanti.
Per abilitare NumLock per default, aggiungete queste linee a
/etc/rc.d/rc.sysinit
:
for tty in /dev/tty[1-9]*; do
setleds -D +num < $tty
done
Create due floppy di boot per il sistema appena installato. La distribuzione può includere un comando per la creazione di tale floppy. In caso contrario, questi comandi fanno al vostro caso:
#~ dd if=/boot/vmlinuz-2.0.36-0.7 of=/dev/fd0 # usa l'immagine del kernel
#~ rdev /dev/fd0 /dev/hda2 # la partizione di Linux
Inoltre, fate in modo di avere pronti almeno un paio di floppy di ripristino. Potete trovare un'ampia scelta di dischi di ripristino all'indirizzo ftp://metalab.unc.edu/pub/Linux/system/recovery. Se non sapete quale scegliere, vi consiglio di provare Tomsbtrt.
Io credo che a questo punto la cosa più sensata sia farsi un kernel su
misura. È molto semplice, ma per ogni dubbio leggetevi il file README
in /usr/src/linux/ o il Kernel HOWTO. Suggerimenti:
http://www.linuxhq.com/patch/20-p0591.html
;
SVGATextMode
(vedere la sezione
SVGATextMode) sia
la soluzione migliore. Per chi vuole, comunque, la patch ``Big Cursor'' si
trova all'indirizzo
http://www.linuxhq.com/patch/20-p0239.html
;
modprobe
vi dà quei fastidiosi messaggi di errore
indicando che alcuni moduli non ci sono, dovete correggere
/etc/conf.modules. Ad esempio, se non usate i moduli
ipx
e appletalk
, aggiungete queste linee:
alias net-pf-4 off
alias net-pf-5 off
Su alcuni sistemi, sendmail
blocca la macchina per un paio di minuti in
fase di boot. Si distinguono due casi: 1) il PC non è direttamente connesso
a Internet, 2) lo è, e ha un indirizzo IP fisso.
Correzione per il caso 1: assicuratevi che /etc/hosts contenga
una linea con scritto
127.0.0.1 localhost
Nel secondo caso, il blocco avviene se /etc/hosts contiene questa linea:
127.0.0.1 localhost host_name
che dovrete modificare così:
127.0.0.1 localhost
w.x.y.z host_name
Vedete anche alla sezione Hostname.
Le prestazioni del vostro disco fisso possono essere notevolmente migliorate
con l'uso accorto di hdparm
(8). Se la vostra distribuzione
di Linux non lo include, lo troverete su
ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/system/hardware
; cercate un
file chiamato hdparm-X.Y.tar.gz.
Non c'è una formula valida per tutti, poiché molti dettagli dipendono dal disco fisso e dal controller. Visto che si rischia di danneggiare il filesystem, leggete la man page con attenzione prima di usare certe opzioni. Come minimo, potrete aggiungere a /etc/rc.d/rc.sysinit la linea seguente:
/sbin/hdparm -c1 /dev/hda # primo drive IDE
che abilita il supporto per l'I/O (E)IDE a 32-bit. Per quanto riguarda
l'opzione ``-m
'', ecco cosa mi ha scritto l'autore di hdparm
,
Mark Lord:
(...) se il tuo sistema usa componenti di due anni fa [< 1997], andrà tutto bene. Se sono precedenti a questa data, *potrebbero* esserci dei problemi (poco probabilmente). I chip che hanno dato realmente problemi sono stati il CMD0646 e il RZ1000, usati *su vasta scala* sulle schede madre dei 486 e dei (precedenti) 586 circa 2 0 3 anni fa.
Per le macchine recenti, queste impostazioni dovrebbero funzionare bene:
/sbin/hdparm -c1 -A1 -m16 -d1 /dev/hda
Per usare il drive Zip (versione parallela), potete usare il driver standard
fornito con i kernel recenti (2.x.x). Durante la configurazione del kernel,
assicuratevi di includere il supporto per lo SCSI generico e per i dischi
SCSI. Tenete presente che ci possono essere
conflitti tra la stampante e il drive Zip se usano la stessa porta
parallela, quindi compilate il supporto per entrambi come moduli. È disponibile
un driver ppa
alternativo all'indirizzo
http://www.torque.net/~campbell.
I dischi Zip sono venduti preformattati sulla partizione /dev/sda4. Per abilitare lo Zip, aggiungere queste linee a /etc/rc.d/rc.sysinit:
# Abilita il drive Zip
/sbin/modprobe ppa
e lo Zip può essere montato tramite /etc/fstab come mostrato di seguito o tramite Mtools aggiungendo questa linea a /etc/mtools.conf:
drive z: file="/dev/sda4" exclusive
inoltre, il comando mzip
vi consente di estrarre il disco, effettuare la query dello stato,
proteggere in scrittura e con password i dischi Zip; vedere man mzip
per dettagli.
La home page di Mtools è all'indirizzo
http://linux.wauug.org/pub/knaff/mtools.
Alcuni dispositivi in /dev
(o meglio, collegamenti ai veri driver)
possono essere assenti. Controllate a quali dispositivi corrispondono il
mouse, il modem e il CD--ROM, poi fate:
~# cd /dev
/dev# ln -s ttyS0 mouse; ln -s ttyS1 modem; ln -s hdb cdrom; ln -s sda4 zip
Dritta: in molti portatili, il mouse è /dev/psaux: tenetelo presente quando installate X11.
Se volete, assegnate chmod 666
a questi dispositivi per renderli accessibili
a tutti gli utenti.
Tutto ciò che possiedo è una vecchia Sound Blaster 16. Anche se avete a disposizione qualcosa di diverso, potete fare riferimento a quanto segue.
Ho compilato il supporto per la scheda audio come modulo (sb.o
).
Quindi ho messo queste linee in /etc/conf.modules:
options sb io=0x220 irq=5 dma=1 dma16=5 mpu_io=0x330
alias sound sb
Per attivare l'audio, accertatevi che venga richiamato modprobe sound
in
/etc/rc.d/rc.sysinit. In alternativa, scaricate il tool
sndconfig
dal sito Web di RedHat.
Se volete personalizzare i messaggi di login, controllate se il vostro /etc/rc.d/rc.local sovrascrive /etc/issue e /etc/motd (RedHat lo fa). Se li sovrascrive, dateci sotto con l'editor.
Se desiderate un messaggio di login colorato, potete adattare il
rc.local
inserendo linee simili a quelle riportate:
# immette un vero carattere di escape invece di ^[. Per fare questo:
# emacs: ^Q ESC vi: ^V ESC joe: ` 0 2 7 jed: ` ESC
ESC="^[" # un vero carattere di escape
BLUE="$ESC[44;37m"
NORMAL="$ESC[40;37m"
CLEAR="$ESC[H$ESC[J"
> /etc/issue
echo "$CLEAR" >> /etc/issue
echo "$BLUE Welcome to MyServer (192.168.1.1) " >> /etc/issue
echo "$NORMAL " >> /etc/issue
echo "" >> /etc/issue
Impartire il comando hostname nuovo_host_name
non basta. Per evitare il
problema del blocco di sendmail
, seguite queste istruzioni
(valide solo per una macchina non collegata a Internet permanentemente):
nuovo_host_nome.localdomain
);
127.0.0.1 nuovo_host_name.locadomain nuovo_host_name
I servizi di gpm
sono utili per il taglia e incolla in modalità testo, e
per usare il mouse in alcune applicazioni. Per Red Hat, controllate se avete
un file chiamato /etc/sysconfig/mouse e che ci sia scritto:
MOUSETYPE="Microsoft"
XEMU3=yes
Inoltre, dovete avere un file /etc/rc.d/init.d/gpm, dove aggiungerete parametri addizionali. Nel mio ho inserito:
...
daemon gpm -t $MOUSETYPE -d 2 -a 5 -B 132 # mouse a due bottoni
...
Ovviamente, accertatevi che la configurazione sia quella giusta per il
vostro mouse. Dritta: in molti portatili, MOUSETYPE
è
``PS/2
''.
Per Caldera, per abilitare il mouse basta aggiungere in fondo a /etc/rc.d/rc.boot:
/usr/bin/gpm
Per S.u.S.E., i parametri per gpm
sono in
/etc/rc.config; per Debian, si modifica /etc/gpm.conf.
Se volete usare i menu in console con Ctrl-tasto, configurate anche
gpm-root
. Modificate il menu di default in
/etc/gpm-root.conf , quindi lanciate gpm-root
da
/etc/rc.d/rc.sysinit (AQVD).
È comodo avere dei punti di mount per il floppy, altri dispositivi e directory esportate da NFS. Ad esempio, potreste fare:
~# cd /mnt
/mnt# mkdir floppy ; mkdir cdrom ; mkdir win ; mkdir zip ; mkdir server
che crea i punti di mount per il floppy in formato DOS/Windows, un floppy extra, il CD--ROM, la partizione Windows, il drive Zip per la porta parallela e una directory NFS.
Ora modifiacte il file /etc/fstab e aggiungete queste linee:
/dev/fd0 /mnt/floppy auto user,noauto 0 1
/dev/cdrom /mnt/cdrom iso9660 ro,user,noauto 0 1
/dev/zip /mnt/zip vfat user,noauto,exec 0 1
/dev/hda1 /mnt/win vfat user,noauto 0 1
server:/export /mnt/server nfs defaults
Come è ovvio, dovete usare il dispositivo giusto nel primo campo. I kernel
recenti hanno il supporto nativo per le partizioni fat32; oppure troverete
informazioni e una patch per il kernel
all'indirizzo
http://bmrc.berkeley.edu/people/chaffee/fat32.html
.
man mount
per ulteriori informazioni.
Notate il tipo di filesystem ``auto'' della prima linea. Consente di montare
sia i floppy ext2 sia quelli vfat (DOS/Windows). Potreste trovare più conveniente
mtools
.
Molti utenti vogliono poter usare sia Linux che DOS/Windows, e scegliere al boot quale sistema operativo lanciare; questa impostazione dovrebbe avvenire in fase di installazione, ma se nel caso fate come segue. Supponiamo che /dev/hda1 contenga DOS/Windows e che /dev/hda2 contenga Linux.
~# fdisk
Using /dev/hda as default device!
Command (m for help):a
Partition number (1-4): 2
Command (m for help):w
~#
Così si rende attiva la partizione di Linux. Scrivetevi quindi questo semplice /etc/lilo.conf:
boot = /dev/hda2
compact # può essere in conflitto con "linear"
delay = 100 # 10 secondi
linear # elimina il problema "1024 cylinder"
# message = /boot/bootmesg.txt # scrivetene uno, se volete
root = current
image = /boot/vmlinuz # fa partire Linux per default dato che rappresenta la prima entry
label = linux
read-only
# append="mem=128M" # per avere più memoria di 64 MB
other = /dev/hda1
table = /dev/hda
label = dos
Ora date il comando /sbin/lilo e siete a posto. Visto che
LILO
è un passaggio cruciale dell'installazione, vi consiglio
caldamente di leggervi comunque la sua documentazione.
Per fare partire Linux senza resettare, mettete LOADLIN.EXE
in una
directory (nella partizione DOS!) compresa nel path del DOS; poi copiate il
kernel nella directory (ad esempio) C:\TEMP\VMLINUZ
.
Questo semplice file .BAT
fa partire Linux:
rem linux.bat
smartdrv /C
loadlin c:\temp\vmlinuz root=/dev/hda2 ro
Se usate Windows 9x, impostate le proprietà di questo file .BAT
in
modo che parta in modalità MS--DOS.
Un consiglio: fare una copia del MBR prima di installare Linux può salvarvi
dai guai. Usate restorrb
(incluso nel pacchetto FIPS
) prima
dell'installazione o un floppy di ripristino e date questo comando:
rescue:~# dd if=/dev/hda of=MBR bs=512 count=1
e poi fate almeno due copie del file MBR
su altrettanti floppy. Se
dovesse capitare il disastro, potrete recuperare il MBR originale con il comando:
rescue:~# dd if=/mnt/MBR of=/dev/hda bs=446 count=1
presumendo che il floppy che contiene MBR
sia montato sotto
/mnt. In alternativa, usate un floppy di ripristino DOS o Windows e
date il comando FDISK /MBR
.
Di sicuro vorrete leggere anche i messaggi di posta scritti in HTML o che contengono formati di file esotici. Assicuratevi di avere due file: /etc/mime.types e /etc/mailcap. Il primo elenca tipi di file e l'estensione associata, come ad esempio:
application/postscript ps eps
image/jpeg jpe jpeg jpg
text/html html
mentre il secondo spiega al client mail come mostrare quel particolare file.
Vi potrebbe arrivare posta da gente che usa Microsoft Outlook, i cui messaggi sono in formato MIME multi--part. Queste due linee, aggiunte in /etc/mailcap, dovrebbero rendere leggibili quei messaggi:
text/plain; less %s; needsterminal
text/html; lynx -force_html %s; needsterminal
Le distribuzioni che conosco hanno un programma di configurazione per la
stampante (printtool
, yast
o magicfilter
); se non ce l'avete, ecco come
implementare una semplice configurazione manuale.
Supponiamo che abbiate una stampante non-PostScript (e non ``per Windows''!) con cui volete stampare semplice testo (ad es., sorgenti C) e file PostScript tramite Ghostscript, che deve essere già installato.
Configurare la stampante richiede alcuni passaggi:
~# echo "hello, world" > /dev/lp0
~# echo "hello, world" > /dev/lp1
e segnatevi quale funziona.
~# cd /var/spool/lpd
/var/spool/lpd/# mkdir raw ; mkdir postscript
~# echo "prima linea" > /dev/lp1 ; echo "seconda linea" > /dev/lp1
e se l'output è così:
prima linea
seconda linea
salvate questo script col nome /var/spool/lpd/raw/filter:
#!/bin/sh
# Questo file elimina l'"effetto scalinata"
awk '{print $0, "\r"}'
e rendetelo eseguibile con chmod 755 /var/spool/lpd/raw/filter.
#!/bin/sh
DEVICE=djet500
RESOLUTION=300x300
PAPERSIZE=a4
SENDEOF=
nenscript -TUS -ZB -p- |
if [ "$DEVICE" = "PostScript" ]; then
cat -
else
gs -q -sDEVICE=$DEVICE \
-r$RESOLUTION \
-sPAPERSIZE=$PAPERSIZE \
-dNOPAUSE \
-dSAFER \
-sOutputFile=- -
fi
if [ "$SENDEOF" != "" ]; then
printf "\004"
fi
(in questo esempio, si presume l'utilizzo di una stampante HP DeskJet. Adattate lo script
alla vostra stampante.)
# /etc/printcap
lp|ps|PS|PostScript|djps:\
:sd=/var/spool/lpd/postscript:\
:mx#0:\
:lp=/dev/lp1:\
:if=/var/spool/lpd/postscript/filter:\
:sh:
raw:\
:sd=/var/spool/lpd/raw:\
:mx#0:\
:lp=/dev/lp1:\
:if=/var/spool/lpd/raw/filter:\
:sh:
Per configurazioni più complesse, il Printing-HOWTO vi aspetta.
Se utilizzate printtool
, il dispositivo GSDEVICE scelto da Printtool funziona, ma
non è necessariamente il migliore per la vostra stampante. Potreste dover
modificare il file postscript.cfg
; ad esempio, ho cambiato GSDEVICE
da cdj500
a djet500
e ora le stampe sono molto più veloci.
Questa utility, reperibile all'indirizzo
ftp://tsx-11.mit.edu/pub/linux/sources/sbin
,
serve per cambiare il font e la risoluzione in modalità testo, nonché la
forma del cursore. Gli utenti che usano lettere accentate (ci siamo anche
noi italiani) le possono quindi abilitare nelle applicazioni in console,
mentre gli utenti di portatili possono ingrandire il cursore per renderlo più
visibile.
Modificate il file /etc/TextConfig o /etc/TextMode, iniziando con la definizione VGA di default. Per abilitare le lettere accentate, assicuratevi di avere queste linee nell'opzione ``LoadFont'':
Option "LoadFont"
FontProg "/usr/bin/setfont"
FontPath "/usr/lib/kbd/consolefonts"
FontSelect "lat1-16.psf" 8x16 9x16 8x15 9x15
FontSelect "lat1-14.psf" 8x14 9x14 8x13 9x13
FontSelect "lat1-12.psf" 8x12 9x12 8x11 9x11
FontSelect "lat1-08.psf" 8x8 9x8 8x7 9x7
Quando avete fatto, provate la configurazione col comando
SVGATextMode "80x34x9"
e se tutto funziona bene, togliete i warning da /etc/TextMode
ed
aggiungete questa linea in /etc/rc.d/rc.sysinit (AQVD):
# SVGATextMode
/usr/sbin/SVGATextMode "80x34x9"
Da notare che il cursore a blocco funziona solo con alcuni modi schermo; su una delle mie macchine, "80x32x9".
Ci sono così tante cose da fare e così poco tempo! Ecco che inizia il divertimento. Questa sezione è dedicata alla rete, anche se molti altri task vi aspettano.
La rete è un argomento talmente vasto che non può essere trattato esaurientemente qui. Dovete fare riferimento al NET-3 HOWTO e alla documentazione sulle impostazioni dei servizi di rete della maggior parte delle distribuzioni. In questo caso verranno trattati solo pochi punti.
Ecco un breve elenco di servizi che potreste installare: attività cronologiche e sincronizzate, quali calendari o promemoria, Http, Samba, accesso telnet/ssh, ftp anonimo, server POP/IMAP, servizi NFS...
Anche se il metodo vero e proprio per avviare i servizi di rete della distribuzione può essere molto più complesso, lo script che segue dovrebbe essere sufficiente perché possiate iniziare:
#!/bin/sh
# net-up.sh: imposta l'accesso di rete
DEVICE=eth0
IPADDR=192.168.1.100
NETMASK=255.255.255.0
NETWORK=192.168.1.0
GATEWAY=192.168.1.1
ifconfig $DEVICE $IPADDR netmask $NETMASK up
route add -net $NETWORK netmask $NETMASK $DEVICE
route add default gw $GATEWAY
Questo script è utile per attivare l'accesso di rete quando utilizzate un disco di ripristino. Ovviamente, questo consente solo l'utilizzo di ping, ftp e telnet verso l'esterno.
Si tratta di uno dei task più utili per un server Linux. Attualmente, la maggior parte dei kernel di stock dispongono del firewall IP, di masquerade e di invio attivati per default. Se avete dei dubbi, consultate IP-Masquerade mini-HOWTO per apprendere come abilitarli. Installate quindi ipfwadm (kernel 2.0.x; http://www.xos.nl/linux/ipfwadm/) o ipchains (kernel 2.2.x; http://www.adelaide.net.au/~rustcorp/ipfwchains/ipfwchains.html). Non dimenticate di attivare i moduli dei kernel per i servizi necessari, ad esempio per ftp verrà aggiunta questa linea a /etc/rc.d/rc.sysconfig:
/sbin/modprobe ip_masq_ftp
Altri moduli sono in genere disponibili in /lib/modules/KERNEL-VERSION/ipv4.
L'attivazione del masquerade IP per altre macchine della rete locale è
molto semplice. Innanzitutto, controllate gli script di inizializzazione della rete
(/etc/sysconfig/network dovrebbe essere la collocazione corrette) per comprendere
se contengono la linea FORWARD_IPV4=true
. Viene utilizzata per impostare
/proc/sys/net/ipv4/ip_forward a 1 quando il sottosistema di rete
viene attivato.
Aggiungete queste linee a /etc/rc.d/rc.sysinit:
# default: i pacchetti non possono raggiungere l'esterno
/sbin/ipfwadm -F -p deny
# consente a tutte le macchina della rete locale di raggiungere Internet
/sbin/ipfwadm -F -a m -S 192.168.1.0/24 -D 0.0.0.0/0
# in alternativa, lo consente solo a queste due macchine
# /sbin/ipfwadm -F -a m -S 192.168.1.100/24 -D 0.0.0.0/0
# /sbin/ipfwadm -F -a m -S 192.168.1.101/24 -D 0.0.0.0/0
Se utilizzate un kernel della serie 2.2.x, servitevi di ipfwadm-wrapper
invece di ipfwadm
per iniziare in modo rapido.
Ora dovete disporre di qualcosa che consenta alle macchine client di contattare il provider. Io utilizzo Mserver ( http://cpwright.villagenet.com/mserver/). Modificate etc/mserver.conf; le uniche voci che dovrete modificare sono ``checkhost'', ``shadow'' e ``cname''. Definite quindi le connessioni. Ovviamente, installate uno dei client disponibili sulle macchine client.
Supponiamo di connetterci a Internet tramite il protocollo PPP. Dopo esserci connessi, la macchina può diventare vulnerabile agli attacchi. Inserite questa linea in /etc/hosts.allow:
# consente l'accesso solo al localhost
ALL: 127.
e questa linea in /etc/hosts.deny:
# nega l'accesso a tutti
ALL: ALL
Se siete in una rete con accesso diretto a Internet, fareste meglio
a disabilitare finger, telnet e possibilmente gli altri servizi per motivi di sicurezza.
Utilizzate ssh
invece di telnet. Il file da modificare è
/etc/inet.conf. In alternativa, potete limitare l'accesso di rete
immettendo questa linea in /etc/hosts.allow:
in.telnetd: 192.168.1., .another.trusted.network
in.ftpd: 192.168.1., .another.trusted.network
e questa in /etc/hosts.deny:
in.telnetd: ALL
in.ftpd: ALL
È cosa comune esportare le directory principali sul server. Si pone un problema
se UID e GID non sono coerenti in macchine diverse.
Se l'utente guido dispone di UID/GID uguali a 500 su server
e UID/GID
uguali a 512 su client
, una configurazione utile può essere:
# /etc/exports
/tmp my.client.machine(rw)
/home/guido my.client.machine(rw,map_static=/etc/nfs/client.map)
In /etc/nfs/client.map verrà inserita:
# /etc/nfs/client.map
# NFS mapping for client
# remote local
uid 512 500
gid 512 500
Non ancora disponibile.
Questi sono i file di configurazione che stiamo per personalizzare:
/etc/profile /etc/bashrc
.bashrc .bash_profile .bash_logout .inputrc .less .lessrc .xinitrc
.fvwmrc .fvwm2rc95 .Xmodmap .Xmodmap.num .Xdefaults .jedrc
.abbrevs.sl .joerc .emacs
Non aggiungete utenti prima di completare la configurazione; metterete infatti i file dot in /etc/skel.
Questo è forse il programma più importante dopo il kernel. Per
personalizzare bash
, questi sono i file principali da modificare:
/etc/bashrc
contiene gli alias e le funzioni valide per
l'intero sistema;
/etc/profile
contiene le variabili d'ambiente per l'intero
sistema e i programmi di avvio;
$HOME/.bashrc
contiene gli alias e le funzioni
dell'utente;
$HOME/.bash_profile
contiene le variabili
d'ambiente e i programmi di avvio dell'utente;
$HOME/.inputrc
contiene definizioni di tasti e altri elementi.
Qui sotto ci sono esempi di questi file. Primo, il più importante: /etc/profile. Viene usato per configurare molte caratteristiche in una macchina Linux, come vedrete nelle sezioni seguenti. Fate attenzione agli apici inversi!
# /etc/profile # Variabili di ambiente globali e programmi di avvio # Le funzioni e gli alias vanno in /etc/bashrc # Questo file imposta queste caratteristiche: # # o path # o prompt # o alcune variabili d'ambiente # o ls a colori # o il comportamento di less # o backspace in rxvt # # Gli utenti possono sovrascrivere queste impostazioni e/o aggiungerne altre # nel loro $HOME/.bash_profile # imposta un path decente PATH="$PATH:/usr/X11R6/bin:$HOME/bin:." # avvisa l'utente: login o non-login shell. Se e' di login, il prompt e' # colorato in blu; altrimenti in magenta. Il prompt di root e' rosso. # Per una spiegazione dei codici, vedi il Colour-ls mini HOWTO. USER=`whoami` if [ $LOGNAME = $USER ] ; then COLOUR=44 # blu else COLOUR=45 # magenta fi if [ $USER = 'root' ] ; then COLOUR=41 # rosso PATH="$PATH:/usr/local/bin" fi ESC="\033" PROMPT='\h' # hostname STYLE=';1m' # grassetto # PROMPT='\u' # nomeutente # STYLE='m' # testosemplice PS1="\[$ESC[$COLOUR;37$STYLE\]$PROMPT:\[$ESC[37;40$STYLE\]\w\\$ " PS2="> " # niente core dump, per piacere ulimit -c 0 # imposta umask if [ `id -gn` = `id -un` -a `id -u` -gt 14 ]; then umask 002 else umask 022 fi # alcune variabili USER=`id -un` LOGNAME=$USER MAIL="/var/spool/mail/$USER" # sendmail, postfix, smail # MAIL="$HOME/Mailbox" # qmail NNTPSERVER=news.myisp.it # inserite il vostro qui VISUAL=jed EDITOR=jed HOSTNAME=`/bin/hostname` HISTSIZE=1000 HISTFILESIZE=1000 export PATH PS1 PS2 USER LOGNAME MAIL NNTPSERVER export VISUAL EDITOR HOSTNAME HISTSIZE HISTFILESIZE # abilita ls a colori eval `dircolors /etc/DIR_COLORS -b` export LS_OPTIONS='-F -s -T 0 --color=yes' # personalizza less LESS='-M-Q' LESSEDIT="%E ?lt+%lt. %f" LESSOPEN="| lesspipe.sh %s" LESSCHARDEF=8bcccbcc13b.4b95.33b. # mostra i colori in ls -l | less PAGER=less export LESS LESSEDIT LESSOPEN VISUAL LESSCHARDEF # aggiusta il backspace per rxvt/xterm CTRL_H="\010" NULL_STRING=" $CTRL_H" # spazio + backspace if [ "$NULL_STRING" != "" ] ; then stty erase ^? else stty erase ^H fi # imposta il titolo xterm title: path completo case $TERM in xterm*) PROMPT_COMMAND='echo -ne "\033]0;${USER}@${HOSTNAME}: ${PWD}\007"' ;; esac for i in /etc/profile.d/*.sh ; do if [ -x $i ]; then . $i # attenzione - le variabili e gli alias potrebbero sovrapporsi! fi done # se c'è fortune, lancialo if [ -x /usr/games/fortune ] ; then echo ; /usr/games/fortune ; echo fi
Questo è un esempio di /etc/bashrc:
# /etc/bashrc # Funzioni e alias globali # Le variabili d'ambiente vanno in /etc/profile # Inserite qui le definizioni PS1 se si verificano problemi. export CDPATH="$CDPATH:~" # alias comuni alias cp='cp -i' alias l=less alias ls="ls $LS_OPTIONS" alias mv='mv -i' alias rm='rm -i' alias rmbk='/bin/rm -f .*~ *~ *aux *bak *log *tmp 2> /dev/null' alias u='cd ..' alias which="type -path" alias x=startx # Alcune funzioni utili c () # cd per la nuova directory ed elenco del contenuto { cd $1 ; ls } inst() # Installa un archivio .tar.gz nella directory corrente { if [ $# != 0 ]; then tar zxvf $1; fi } cz() # Elenca il contenuto di un archivio .zip { if [ $# != 0 ]; then unzip -l $*; fi } ctgz() # Elenca il contenuto di un archivio .tar.gz { for file in $* ; do tar ztf ${file} done } tgz() # Crea un archivio .tgz alla zip. { if [ $# != 0 ]; then name=$1.tar; shift; tar -rvf ${name} $* ; gzip -9 ${name} fi } crpm() # elenca le informazioni in un file .rpm { if [ $# != 0 ]; then rpm -qil $1 | less; fi }
Questo è un esempio di .bashrc
:
# $HOME/.bashrc # Prendi le definizioni globali if [ -f /etc/bashrc ]; then . /etc/bashrc fi # questo serve per avvisare l'utente che si trova in non-login shell if [ "$GET_PS1" = "" ] ; then COLOUR=45; ESC="\033"; STYLE=';1m'; # STYLE='m' USER=`whoami` export PS1="\[$ESC[$COLOUR;37$STYLE\]$USER:\[$ESC[37;40$STYLE\]\w\\$ " fi # alias personali alias backup='tar -Mcvf /dev/fd0' alias dial='eznet up myisp' alias f='cd ~/fortran' alias hangup='eznet down' alias lyx='lyx -width 580 -height 450' alias restore='tar -M -xpvf /dev/fd0' # funzioni personali xj() # Lancia xjed e un file in background { xjed $1 & }
Questo è un esempio di .bash_profile
:
# $HOME/.bash_profile # Variabili di ambiente e programmi di avvio utente # Questo file contiene impostazioni personalizzati che si sovrappongono # a quelli in /etc/profile # Prendi gli alias e le funzioni if [ -f ~/.bashrc ]; then GET_PS1="NO" # non cambiare il colore del prompt . ~/.bashrc fi # imposta alcune directory di default export CDPATH="$CDPATH:$HOME:$HOME/testi:$HOME/testi/geologia"
Questo è un esempio di .inputrc
:
# $HOME/.inputrc # combinazioni di tasti "\e[1~": beginning-of-line "\e[3~": delete-char "\e[4~": end-of-line # (F1 .. F5) are "\e[[A" ... "\e[[E" "\e[[A": "info \C-m" set bell-style visible # non fare beep set meta-flag On # permetti input a 8-bit (ad esempio le lettere accentate) set convert-meta Off # non togliere l'ottavo bit set output-meta On # mostra i caratteri a 8-bit correttamente set horizontal-scroll-mode On # scorri la linea di comando se e' lunga set show-all-if-ambiguous On # dopo aver premuto TAB
Per fare funzionare i tasti backspace e delete in xterm
e altre
applicazioni X11, bisogna inoltre:
.xinitrc
:
usermodmap=$HOME/.Xmodmap
xmodmap $usermodmap
.Xmodmap
dovrete inserire:
keycode 22 = BackSpace
keycode 107 = Delete
questo adatta la modalità console.
xterm
, inserite questo nel vostro
.Xdefaults
:
xterm*VT100.Translations: #override <Key>BackSpace: string(0x7F)\n\
<Key>Delete: string(0x1b) string("[3~")\n\
<Key>Home: string(0x1b) string("[1~")\n\
<Key>End: string(0x1b) string("[4~")\n\
Ctrl<Key>Prior: string(0x1b) string("[40~")\n\
Ctrl<Key>Next: string(0x1b) string("[41~")
nxterm*VT100.Translations: #override <Key>BackSpace: string(0x7F)\n\
<Key>Delete: string(0x1b) string("[3~")\n\
<Key>Home: string(0x1b) string("[1~")\n\
<Key>End: string(0x1b) string("[4~")\n\
Ctrl<Key>Prior: string(0x1b) string("[40~")\n\
Ctrl<Key>Next: string(0x1b) string("[41~")
rxvt
è un po' più complicato da sistemare, perché alcune opzioni si
danno in fase di compilazione. Vedete il /etc/profile qui sopra.
Ulteriori informazioni nelle pagine man di bash
(1) e readline
(3).
Non vi aspettate che tutte le applicazioni funzionino! Con joe
in
xterm
, ad esempio, alcuni tasti non funzionano; lo stesso vale per
alcune versioni di rxvt
.
ls
può mostrare a colori i contenuti delle directory, per evidenziare
i diversi tipi di file. Per abilitare questa caratteristica, servono un paio
di linee come in /etc/profile qui sopra. Questo però non
funziona in alcune versioni di rxvt
; dovrete usare xterm
.
Sembra che rxvt
abbia un bug che gli impedisce in alcuni casi di
ereditare correttamente le variabili di ambiente.
Caldera ha un ls
che non supporta i colori, ma c'è un comando
color-ls
che è la stessa cosa. Inserite in /etc/bashrc:
alias ls="color-ls $LS_OPTIONS"
Con questo eccellente pager si leggono non solo file di testo, ma anche file compressi con gzip, archivi tar e zip, pagine man e altro ancora. La sua configurazione richiede alcuni passaggi:
.lesskey
(è un semplice file ASCII) nella vostra directory principale:
^[[A back-line
^[[B forw-line
^[[C right-scroll
^[[D left-scroll
^[OA back-line
^[OB forw-line
^[OC right-scroll
^[OD left-scroll
^[[6~ forw-scroll
^[[5~ back-scroll
^[[1~ goto-line
^[[4~ goto-end
^[[7~ goto-line
^[[8~ goto-end
quindi lanciate il comando lesskey
. Si tratta di sequenze di escape per
terminali vt100. Questa consente di creare un file binario chiamato
.less
contenente le definizioni dei tasti.
#!/bin/sh # Preprocessore per 'less'. Viene usato quando questa variabile di ambiente # è impostata: LESSOPEN="|lesspipe.sh %s" lesspipe() { case "$1" in *.tar) tar tf $1 2>/dev/null ;; # Vedi i file .tar e .tgz *.tgz|*.tar.gz|*.tar.Z|*.tar.z) tar ztf $1 2>/dev/null ;; *.Z|*.z|*.gz) gzip -dc $1 2>/dev/null ;; # Vedi i file compressi *.zip) unzip -l $1 2>/dev/null ;; # Vedi gli archivi *.arj) unarj -l $1 2>/dev/null ;; *.rpm) rpm -qpil $1 2>/dev/null ;; *.cpio) cpio --list -F $1 2>/dev/null ;; *.1|*.2|*.3|*.4|*.5|*.6|*.7|*.8|*.9|*.n|*.man) FILE=`file -L $1` FILE=`echo $FILE | cut -d ' ' -f 2` if [ "$FILE" = "troff" ]; then groff -s -p -t -e -Tascii -mandoc $1 fi ;; *) file $1 | grep text > /dev/null ; if [ $? = 1 ] ; then # non e' un file di testo di qualche tipo strings $1 fi ;; esac } lesspipe $1
chmod 755 lesspipe.sh
.
LESSCHARSET
dipende
dal fatto che io vivo in Italia e quindi uso il set di caratteri ISO 8859/1.
Gli amici americani, giapponesi, russi e altri fanno meglio a non impostarla.
Uso emacs
di rado, quindi ho solo un paio di dritte.
Alcune versioni di emacs
non sono preconfigurate per i colori e
l'evidenziazione della sintassi. Scrivete quanto segue nel vostro
.emacs
:
(global-font-lock-mode t)
(setq font-lock-maximum-decoration t)
Funziona solo in X11. Inoltre, per abilitare le lettere accentate dovrete aggiungere:
(standard-display-european 1)
Lascio a voi la lettura di tutta la documentazione di
emacs
per scoprire come adattarlo ai vostri gusti; potenzialmente,
ce n'è per mesi di smanettamenti. Il Dotfile Generator (Sezione
Software per la configurazione) vi può dare una mano.
Alcune versioni di joe
non funzionano a colori in console, e non vanno
nemmeno certi tasti speciali. Una soluzione svelta (ma inelegante) per il
primo problema è questa:
~$ export TERM=vt100
~$ joe myfile
(modificate il vostro file)
~$ export TERM=linux
Per fare in modo che i tasti speciali funzionino, modificate .joerc
,
.jstarrc
o l'emulazione che preferite; potete partire dai file di
configurazione in /usr/lib/joe. Fate riferimento alla quarta sezione
(binding dei tasti) che abilita i tasti Home e End:
bol ^[ [ 1 ~ Go to beginning of line
eol ^[ [ 4 ~ Go to end of line
Scoprite le sequenze di escape desiderate digitando cat
seguito dai
tasti speciali.
Questo è il mio editor preferito: fa quello che mi serve, è più snello e
più facile da configurare di emacs
ed emula altri
editor molto bene. Presso la mia università, molti usano jed
in
emulazione EDT
, l'editor di sistema di VMS.
I file di configurazione sono .jedrc
e /usr/lib/jed/lib/*;
il primo può essere adattato dal file jed.rc
che sta nella directory
appena indicata.
jed
, create un file di nome
/usr/lib/jed/lib/defaults.sl contenente una sola linea:
() = evalfile("linux");
xjed
apparentemente non riconosce il tasto DEL,
aggiungete queste linee nel vostro .jedrc
:
#ifdef XWINDOWS
x_set_keysym (0xFFFF, 0, "\e[3~");
setkey (`delete_char_cmd'', "\e[3~");
#endif
Info_Directory = "/usr/info";
e UCB_Mailer = "/bin/mail";
;
jed
per fargli emulare EDT
(o altri editor)
è semplicissimo: dovete solo cambiare un paio di linee nel vostro
.jedrc
. Se volete usare il tasto `+' del tastierino numerico per
cancellare parole anziché un singolo carattere, aggiungete in .jedrc
:
unsetkey("\eOl");
unsetkey("\eOP\eOl");
setkey("edt_wdel", "\eOl");
setkey("edt_uwdel", "\eOP\eOl");
dopo la linea con scritto () = evalfile("edt");
.
xjed
il tastierino numerico per l'emulazione
EDT
, inserite quanto segue in .Xmodmap
:
keycode 77 = KP_F1
keycode 112 = KP_F2
keycode 63 = KP_F3
keycode 82 = KP_F4
keycode 86 = KP_Separator
xjed
si fa aggiungendo linee come le
seguenti in .Xdefaults
:
xjed*Geometry: 80x32+150+50
xjed*font: 10x20
xjed*background: midnight blue
# eccetera...
$HOME/.abbrevs.sl
:
(potete modificare questo nome inserendo
variable Abbrev_File = "/usr/lib/jed/abbrev.sl";
in .jedrc
)
create_abbrev_table ("Global", "0-9A-Za-z");
define_abbrev ("Global", "GG", "Guido Gonzato");
create_abbrev_table ("TeX", "\\A-Za-z0-9");
define_abbrev ("TeX", "\\beq", "\\begin{equation}");
define_abbrev ("TeX", "\\eeq", "\\end{equation}");
% and so on...
quindi digitate ESC x abbrev_mode
per abilitarlo. Se volete avere le
abbreviazioni attivate per default, aggiungete queste entry in .jedrc
:
define text_mode_hook ()
{
set_abbrev_mode (1);
}
%
define fortran_hook ()
{
set_abbrev_mode (1);
use_abbrev_table ("Fortran");
}
% e cosi' via...
Modificate la configurazione globale in /usr/lib/pine.conf, tenendo
in considerazione almeno i campi seguenti: user-domain
,
smtp-server
e nntp-server
. Notate che
inbox-path
dipende dal vostro MTA: se utilizzate sendmail
o
postfix
, sarà var/spool/mail/$USER
; con Qmail,
/home/$USER/Mailbox (ma la root userà
/var/qmail/alias/Mailbox.
Gli utenti possono servirsi di minicom
se non è stata creata una configurazione
globale dalla root. Ricordatevi di farlo.
Questo programma è forse il più comodo per una semplice gestione dei fax. È necessario modificare lo script /usr/bin/fax; molto semplice, ma ci sono un paio di stranezze che mi hanno procurato qualche grattacapo:
at+fclass=?
. La risposta potrebbe essere simile a
0,1,2
; 1 e 2 sono le classi supportate dal modem;
T
' o `P
'. Inserite invece `ATDT
' o `ATDP
';
-i
' e `-k
', necessari per efax
. Se volete aggiungere un
comando AT, mettetelo nella stringa appropriata senza `AT
' ma col
prefisso `-i
' o `-k
'. Per esempio, per aggiungere `ATX3
'
a INIT, dovrete mettere `-iX3
'.
Dopo questa operazione, ci sono alcuni permessi da stabilire
per fare in modo che gli utenti non-root inviino e ricevano fax. Le directory
/var/lock e /var/spool/fax devono essere modificabili.
Per fare questo, create il gruppo faxusers
, aggiungetevi gli utenti e digitate:
~# chown root.faxusers /var/lock
~# mkdir /var/spool/fax
~# chown root.faxusers /var/spool/fax; chmod g+w /var/spool/fax
Questo tool essenziale pone un piccolo intralcio. A causa delle note regole
di esportazione degli Stati Uniti, l'utility pdf2ps
non funziona
in file .pdf crittografati. Ma questo non importa: digitate nel browser l'indirizzo
http://www.ozemail.com.au/~geoffk/pdfencrypt, scaricate il file
pdf_sec.ps
e sostituitelo al file con lo stesso nome che è disponibile
con la distribuzione di Ghostscript.
Presumendo che abbiate la distribuzione teTeX, ecco un paio di cosette:
texhash
per fare in modo che teTeX riconosca il nuovo pacchetto;
~# texconfig init ; texconfig hyphen
dvips
, il file da modificare è
/usr/share/texmf/dvips/config/config.ps. Attenzione, i
campi riguardanti la risoluzione di default toccano anche xdvi
; se vi
succede che quest'ultimo cerca di ricreare i font ogni volta che lo fate
partire, aggiungete in .Xdefault
la linea
XDvi*mfmode:
Questo dovrebbe aiutare.
export TEXINPUTS="$HOME/figures::./figures"
che fa in modo che TeX cerchi in $HOME/figures
prima delle directory
di default e in ./figures
dopo le directory di default.
Si dà per scontato che il vostro kernel abbia il supporto per i protocolli PPP e TCP/IP,
che il loopback sia abilitato e che disponiate già del pacchetto pppd
correttamente
installato e magari impostato suid root. Ovviamente, il vostro ISP deve
supportare il protocollo PPP.
Ci sono due modi per fare funzionare il PPP: 1) configurazione manuale, e 2) un programma di configurazione che faccia tutto lui. Qualunque opzione scegliate, dovrete avere queste informazioni a portata di mano:
La configurazione manuale è un fastidio. Si tratta di modificare vari file e scrivere degli script; non è troppo difficile, ma è facile fare errori e i nuovi utenti ne sono spesso spaventati. Il PPP HOWTO vi attende. In alternativa, ci sono programmi che vi richiedono le informazioni elencate qui sopra e fanno il lavoro per voi.
Gnome è KDE includono, rispettivamente, gnome-ppp
e kppp
che sono molto semplici da installare. In alternativa, suggerisco che diate un'occhiata
a un paio di tool basati su testo semplice, wvdial
ed eznet
.
Dovete fornire loro il numero di telefono dell'ISP, il vostro username, la vostra password ed
è fatta. Le relative home page sono disponibili
agli indirizzi
http://www.worldvisions.ca/wvdial e
http://www.hwaci.com/sw/eznet. Entrambi sono molto utili, ma preferisco
l'ultimo.
Prima di tutto, create un file /etc/resolv.conf come questo:
nameserver w.x.y.z
dove inserirete l'indirizzo del name server del vostro provider. Per
creare un account con eznet
, eseguite questo comando:
#~ eznet add service=VOSTRO_ISP user=NOME password=PASSWORD phone=NUMERO
che crea il file /var/eznet/eznet.conf della root.root
con permessi 600; modificatelo in 666 se desiderate che tutti lo possano leggere.
Quindi provate a chiamare con eznet up VOSTRO_ISP
. Se il modem
non prende la linea, aggiungete questo comando:
#~ eznet change VOSTRO_ISP init0=atx3
Per finire la connessione, il comando è eznet down.
Tutto qui!
L'installazione di wvdial
è ancora più breve. Digitate wvdialconf
/etc/wvdial.conf
, quindi modificate il file risultante per includere il vostro
username, la password e il numero di telefono. Provate wvdial
e
tenete le dite incrociate. Per finire la connessione, arrestatela con Ctrl-C.
Per ricevere la posta dal server POP3, si usa un client POP come fetchpop
o fetchmail
; quest'ultimo è il più avanzato, ma richiede l'esecuzione di
sendmail
. Si tratta di una specie di sovrapposizione nelle macchine
con specifiche minime. Si trovano su
ftp://metalab.unc.edu/pub/Linux/system/mail/pop
.
Per configurare questi client:
fetchpop
: la prima volta che lo lanciate, vi verranno chieste
delle informazioni. Rispondete alle domande e siete a posto. fetchpop
deve essere utilizzato con lo switch -r
se il server POP3 del vostro ISP
non implementa il comando LAST in modo corretto.
fetchmail
: adattate questo esempio di file .fetchmailrc
:
# $HOME/.fetchmailrc
poll mbox.supernet.edu with protocol pop3;
user pippo there with password _Loo%ny is pippo here
Un utente mi ha scritto per dirmi che aggiungendo ``smtphost localhost''
alla seconda linea, le prestazioni sono molto migliorate.
Dovete impostare i permessi di questo file con chmod 600 .fetchmailrc
,
altrimenti fetchmail
si rifiuterà giustamente di partire. Questo esempio è molto
semplice; ci sono possibilità di configurazione infinite.
Verificatele all'indirizzo
http://www.ccil.org/~esr/fetchmail.
Andiamo, non è più difficile come una volta... Tutte le principali
distribuzioni forniscono un programma di configurazione per X11 (ad es.
XConfigurator
, sax
, XF86Setup
o almeno xf86config
). Ormai
l'installazione del server X è pressoché automatica, ma certe schede video
possono fare i capricci. In questi casi, seguo questo metodo che ha sempre
funzionato:
ftp://ftp.XFree86.org/pub/XFree86/current/binaries
, cd
nella sottodirectory di Linux che vi riguarda e scaricate i file
XVERSIONEbin.tgz
, XVERSIONEset.tgz
e tutti i server.
Il primo di questi archivi contiene il SuperProbe
più aggiornato;
XVERSIONEbin.tgz
in una directory temporanea,
spostatevi in essa ed eseguite il comando ./SuperProbe
. Se la vostra scheda
video viene riconosciuta, è molto probabile che riuscirete a configurarla;
altrimenti, peccato.
XVERSIONEset.tgz
partendo da
/usr/X11R6/, quindi eseguite
XF86Setup
.
Anche se ha sempre funzionato per me, potreste avere diversa fortuna. Attenzione che spesso X11 non parte perché avete scelto impostazioni troppo elevate per il monitor! Iniziate con impostazioni di base, ad es. 800x600 e 256 colori, poi provate ad aumentarle. Attenzione: queste operazioni sono pericolose e potreste danneggiare il monitor!
Abbiamo visto prima come fare funzionare alcuni tasti speciali. Il file
.Xmodmap
funziona bene se vogliamo usare Xjed, ma rende
inutilizzabile il tastierino numerico. Servirà quest'altro file, che
chiameremo .Xmodmap.num
:
! Le definizioni si trovano in <X11/keysymdef.h>
keycode 77 = Num_Lock
keycode 112 = KP_Divide
keycode 63 = KP_Multiply
keycode 82 = KP_Subtract
keycode 86 = KP_Add
keycode 79 = KP_7
keycode 80 = KP_8
keycode 81 = KP_9
keycode 83 = KP_4
keycode 84 = KP_5
keycode 85 = KP_6
keycode 87 = KP_1
keycode 88 = KP_2
keycode 89 = KP_3
keycode 90 = KP_0
keycode 91 = KP_Decimal
Assicuratevi che /etc/X11/XF86Config non contenga queste tre linee:
ServerNumLock
Xleds
XkbDisable
e nel caso, mettetele in un commento. Per riabilitare il tastierino, si dà il
comando xmodmap .Xmodmap.num
.
Per ottenere il login in modalità grafica, si deve modificare il file /etc/inittab, che dovrebbe includere una linea come questa:
x:5:respawn:/usr/bin/X11/xdm -nodaemon
5 è il runlevel che corrisponde alla modalità X11 (S.u.S.E. usa 4). Modificate la linea che stabilisce il runlevel di default (di solito è 2 o 3), inserendo il valore qui sopra:
id:5:initdefault:
Il numero di colori si specifica in /etc/X11/xdm/Xserver (AQVD):
:0 local /usr/X11R6/bin/X :0 -bpp 16 vt07 # primo server X, colori a 65 kb
:1 local /usr/X11R6/bin/X :1 -bpp 32 vt08 # secondo server X, true colour
Se avete già il file .xinitrc
, copiatelo nel file
.xsession
e rendete eseguibile quest'ultimo con
chmod +x .xsession
. Ora eseguite il comando telinit 5
e siete
a posto!
Una volta che il server X funziona, ci sono infinite possibilità di configurazione; dipende dal window manager che volete usare, e ce ne sono decine tra cui scegliere. Quasi sempre, si tratta di modificare uno o più file ASCII nella vostra home directory; in altri casi non si deve modificare nulla e si utilizzano appositi programmini, o addirittura un apposito menu.
Alcuni esempi:
$HOME/GNUstep
, oltre a un ottimo
programmino di configurazione;
In breve: se non vi dispiace modificare dei file di configurazione, scegliete
icewm
, fvwm*
, blackbox
etc; se invece non è di vostro gradimento,
la scelta è limitata attualmente a KDE, Gnome, WindowMaker e XFCE.
È importante avere un buon file .xinitrc
. Un esempio:
#!/bin/sh
# $HOME/.xinitrc
usermodmap=$HOME/.Xmodmap
xmodmap $usermodmap
xset s noblank # disattiva lo screen saver
xset s 300 2 # screen saver che parte dopo 5 minuti
xset m 10 5 # imposta l'accelerazione del mouse
rxvt -cr green -ls -bg black -fg white -fn 7x14 \
-geometry 80x30+57+0 &
if [ "$1" = "" ] ; then # default
WINMGR=wmaker
else
WINMGR=$1
fi
$WINMGR
Per quanto non mi sembra che sia strettamente necessario, rendetelo
eseguibile con chmod +x .xinitrc
.
Questo .xinitrc
consente di scegliere il window manager: provate
$ startx startkde # o altro
(non funziona in alcune versioni di S.u.S.E.).
Scoprite dove si trova la directory app-defaults (dovrebbe essere in /usr/X11R6/lib/X11/app-defaults). Numerose applicazioni conservano qui un file di configurazione.
Quando avete finito di configurare i file dot, copiateli nella directory /etc/skel come già detto alla Sezione Configurazione software.
rpm
è un metodo talmente utile per il controllo dei pacchetti
che sono riluttante a installare gli archivi .tar.gz, ma solo in pochi casi speciali
(ad esempio, per la sicurezza). Ogni volta che installate un tarball, considerate di trasformarlo
in un archivio .rpm, quindi reinstallatelo; fate riferimento al RPM HOWTO. Inoltre, se utilizzate le
versioni di gcc
aggiornate, quali egcs
o pgcc
, può essere
consigliabile immettere quanto segue in /etc/rpmrc
:
optflags: i386 -O2 -mpentium
Se fate l'upgrade, oltre ai soliti backup dovrete ricordarvi di salvare alcuni file addizionali. Alcuni potrebbero essere /etc/X11/XF86Config, /usr/bin/fax, tutto quello che avete messo in /usr/local, la configurazione del kernel, l'intero /etc e la posta in /var/spool/mail.
È quindi il momento di fare l'upgrade (in rari casi, downgrade!) delle applicazioni della distribuzione e di aggiungere ulteriori pacchetti. Mantenete un elenco di questi ultimi.
Diversi programmi rendono Linux più semplice da configurare. Alcuni stanno
diventando più o meno standard: Red Hat, Caldera e altre distribuzioni
forniscono utility come printtool
, netcfg
,
usertool
, ecc. S.u.S.E. fornisce un elaborato programma di
configurazione del sistema chiamato YAST. Altri programmi utili sono:
emacs
, bash
, procmail
e altri. La
sua home page è all'indirizzo
http://www.imada.ou.dk/~blackie/dotfile
;
http://www.solucorp.qc.ca/linuxconf
.
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In short, we wish to promote dissemination of this information through as many channels as possible. However, we do wish to retain copyright on the HOWTO documents, and would like to be notified of any plans to redistribute the HOWTOs.
If you have questions, please contact Tim Bynum, the Linux HOWTO coordinator, at tjbynum@sunsite.unc.edu via email.
Forse più ancora di altri HOWTO, questo ha bisogno dei vostri suggerimenti, critiche e contributi. Tutto è benvenuto, anzi necessario. Se pensate che manchi qualcosa o che ci siano errori, mandatemi un'email. Se avete una distribuzione diversa da Redhat/Mandrake e i vostri file di configurazione sono diversi dai miei o collocati in altre directory, comunicatemelo, e io aggiungerò i vostri suggerimenti. Il mio scopo è quello di rendere il lavoro con Linux il più semplice possibile.
Linux ha un numero enorme di programmi, quindi non posso includere suggerimenti per ciascuno. Cercate di mantenere i vostri suggerimenti nell'ambito dei programmi ``più ragionevoli''; lascio l'interpretazione di questo concetto al vostro buon senso.
``Configuration HOWTO'' è stato scritto da Guido Gonzato,
guido@ibogeo.df.unibo.it
.
I miei sentiti ringraziamenti vanno a tutti gli altri autori di HOWTO e di
man page, il cui lavoro ho saccheggiato senza vergogna; e a tutte le persone
che mi hanno inviato suggerimenti.
Questo lavoro è distribuito senza garanzie. Mi sono sforzato di scriverlo con la massima accuratezza, ma usate le informazioni qui contenute a vostro rischio. Non sarò responsabile in alcun caso di danni provocati da questo documento.
Spero che troviate utile questo mio lavoro. Ogni volta che installo una macchina Linux, io lo trovo utilissimo...
Ciao,
Guido =8-)